Sotto assedio. Ecco come appare Roma agli occhi di un osservatore: una città occupata, dove le gru, in una caotica epidemia di cantieri, sembrano grandi macchine d’assedio medievali.
Alte, immobili, sono diventate elementi tangibili di una trasformazione incompiuta, nella quale acciaio e cemento si fondono insieme per dare vita a un nuovo surreale paesaggio urbano. E se tra le lamiere dei lavori in corso e i palazzi emergono, a tratti, orgogliosi e inattesi sprazzi di bellezza, le strade capitoline sono diventate luoghi di un disagio quotidiano.
Qui la vita dei romani si ferma, si interrompe in un tempo sospeso, come se restasse bloccata dalle barriere sorte ovunque, per dividere la città in quadranti diversi, piccoli e isolati. Tanti campi di battaglia dove l’esperienza di ogni giorno si frantuma e sprofonda negli scavi e nei tempi dei lavori in corso. Eterna non è più Roma, ma la sua incompiuta mutazione.
Eppure dall’assedio non derivano solo stanchezza, sconforto e paura – per il futuro della città, le sue prospettive, per la dichiarata difficoltà a cambiare e a diventare davvero una metropoli. Per strada, infatti, si incontra anche la sorpresa: i contrasti di luce, di notte, disegnano paesaggi surreali, tra gli edifici e i lavori in corso – due antichità a confronto, il lascito del passato, da una parte, e quello dei contemporanei insieme.
E là dove di giorno prevalgono il caos, la vita e il rumore, restano invece solo un sorprendente silenzio e un sentimento bizzarro di irrealtà. Come se qui non ci fosse più scampo, come se la città e i suoi abitanti fossero destinati ad attendere, ad arrendersi, condannati a guardarsi intorno. Per trovare bellezza, certo, e un chiassoso senso di inquietudine
[Testo di Federica Colonna]
ASSEDIO – Progetto fotografico di Vincenzo Labellarte – Una selezione di questo progetto è stata pubblicata su L’Espresso
Vincenzo Labellarte
Nato a Bari nel 1974, vive e lavora tra il Friuli e Roma. Dopo la laurea in Architettura si interessa allo studio della fotografia come strumento di rappresentazione e analisi della città e del territorio. Collabora come fotografo con diversi studi di architettura alla realizzazione di progetti multimediali di documentazione e divulgazione. Nel 2015, in occasione dell'Open House di Roma, si occupa della direzione artistica di Niente Da Vedere, manifestazione multimediale sulla città. Ha pubblicato su L'Espresso ed ha esposto a Reggio Emilia – Festival di Fotografia Europea 2016 – circuito Via Roma. a Torino – Photissima/Photocontainer 2015, a Roma al Teatro Ambra (2015), al Naked City Festival – 2NC Multipli Cities 2015, biennale di fotografia urbana e a a Fotoleggendo 2014 (circuito Off).