Della occorrenza del disegno architettonico – di Gianluca Evels
Si sente spesso raccontare della imminente fine del disegno di architettura come strumento operativo ‘assassinato’ dalla tecnologia informatica e dal mondo digitale del disegno assistito. Il disegno sta scomparendo? Sono nato nel 1971. Come tanti della mia generazione ho vissuto il passaggio tra era analogica ed era digitale, con qualche apprensione come è ovvio per ogni cambiamento epocale, ma non mi ritengo un nostalgico. Per il mio quotidiano è stata una vera rivoluzione, che, come tutte le rivoluzioni culturali ha lasciato sul campo una scia di morti e feriti virtuali, ma anche i semi di una vera rinascita.
Facendo un viaggio nemmeno troppo lungo o impegnativo nella dimensione del disegno di architettura ci vuole poco a rispondere alla domanda e verificare come ancora oggi esso sia potente mezzo di concettualizzazione e di rappresentazione dell’architettura e faccia parte appieno del processo creativo di gran parte dell’architettura contemporanea. E’ attualissimo media poiché portatore di significati e di potenti convenzioni ancora condivise tra osservatore e utilizzatore. Ed essendo tale, come tutti i media non è mai neutrale.
La mano dell’architetto utilizza le varie forme della rappresentazione. Da quelle più immediate e istintive, come lo schizzo, vero salvacondotto per le idee, alle forme codificate: la pianta come metrica del suolo, ritmica dell’organizzazione degli spazi del costruito; la sezione come rapporto sincronico tra suolo, interno degli edifici e atmosfera, come narrazione della possibilità di vita degli spazi; la prospettiva come racconto per persuadere, ingannare o denunciare intenti.
L’architettura è un’arte di frontiera, incrocio di mille fatti ed eventi, immersa totalmente in quella sorta di galassia liquida e instabile quale è il processo creativo contemporaneo di cui fanno parte anche il disegno ‘analogico’ e digitale che sono alla fin fine strumenti vitali, in continua evoluzione certo, ma pur sempre strumenti, necessari, al pari di altri.
Gianluca Evels
Architetto, vive e lavora a Roma. Nel 2003 fonda con Stefania Papitto il gruppo b4architects che dal 2012 diventa Evels-Papitto b4architects associated. Il gruppo vince diversi concorsi nazionali ed internazionali e i progetti vengono esposti in diverse città in Europa, in Nord e Sud America. Nel 2008 partecipa alla 11a biennale di Venezia con studio Nemesi. Nel 2009 nella 12th World Triennal of Architecture in Sofia – Interarch ’09 riceve lo Special Prize from the Chamber of Architects in Bulgaria. Sempre nel 2009 è vincitore di 27/37 Giovani architetti romani e italiani poi esposti al Padiglione dell’Expo di Shanghai 2010. Nel 2011 sono tra i vincitori del Europe 40 under 40, Europe's emerging young architects and designers. www.b4architects.com