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Derive artificiali / Bestiario urbano 3 – di Massimo Gasperini

La deriva urbana appare all’orizzonte, come un simbolo, matrice del disegno architettonico. Segni e archetipi formano un racconto figurativo -immaginario e metaforico- che costruisce la città. Forme e astrazioni, per creare nuovi mondi.

Ricostruire una memoria fatta di immagini e disegnare una nuova forma urbis. Sono immagini inconsce, astratte. Sono memorie di segni a lungo osservati, studiati, esaminati con lo sguardo, tratto dopo tratto. Derive urbane che si costruiscono linea dopo linea e si fermano su nuovi scenari di architettura.

Rappresentano riflessioni, completamente libere, sul passato e sul futuro. Scenari costruiti attraverso il tratto di una penna, di una matita, di una china. Interpretazioni immateriali che generano connessioni.

Il quaderno è la forma del pensiero dove la deriva può viaggiare liberamente, costruendo un dedalo urbano surreale e talvolta delirante. Perché la città è un labirinto astratto che dorme nella mente: fuggire dalla realtà sembra l’unica strada per costruire di nuovi artifici e nuova architettura.

Massimo Gasperini

[©Massimo Gasperini – Vietato riprodurre, anche parzialmente, il materiale pubblicato su Industriarchitettura]

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