L’architettura anacronistica e la Nuvola di Fuksas – di Andrea Fradegrada
È forse l’ultima folle utopia pensata, progettata e realizzata da un mondo ormai dissoltosi, andato in frantumi con la grande recessione iniziata nel 2007. Il nuovo Centro Congressi di Roma, per tutti “la Nuvola”, verrà finalmente inaugurato a breve, al termine di una vicenda tutta italiana, a tratti grottesca, iniziata con l’esito di un concorso internazionale d’architettura nell’ormai lontano 1998.
Di tutte le polemiche innescate da questo edificio pensato da Massimiliano Fuksas, le questioni maggiormente degne di nota sono tutte incentrate su caratteri architettonici, lasciando per un attimo in secondo piano il costo dell’opera, concentrando la riflessione sul rapporto tra l’edificio ed il tempo in cui viviamo, delineando un’architettura prematuramente anacronistica.
Il nuovo Centro Congressi non pare avere quella natura resiliente che caratterizza da sempre i migliori esiti architettonici, non riuscendo a cogliere una permanenza formale di caratteri che spesso determinano la vera identità dell’edificio pubblico nella contemporaneità. Ci troviamo di fronte ad un’ architettura nata e morta quasi vent’anni fa, un’immagine effimera che avrebbe potuto (o forse dovuto) essere accompagnata dai protagonisti di quel tempo, la prima edizione del “Grande Fratello”, il secondo Governo Berlusconi, le imprese sportive (e vincenti) di Roma e Lazio.
Come una vecchia signora incapace di rassegnarsi al trascorrere del tempo ci viene oggi proposta un’ immagine un po’ sbiadita ed inappropriata, un esito il cui fallimento è misurabile anche e soprattutto nello scarto tra le rappresentazioni di progetto e l’architettura costruita, in cui tanto seducenti paiono le prime quanto goffa ed iper struttale è la seconda.
Frank Lloyd Wright soleva dire che “un medico può seppellire i propri errori, un architetto può solo consigliare al cliente di piantare dei rampicanti”, si aprono quindi le selezioni per un buon botanico in grado di consigliare l’essenza maggiormente adeguata allo scopo.
Andrea Fradegrada
Andrea Fradegrada nasce a Milano nel 1982 dove si laurea, vive, lavora. Dopo la laurea specialistica in Architettura nel 2007 presso il Politecnico di Milano inizia il suo personale percorso di ricerca sui temi della città e della forma in architettura. A partire dal 2007 inizia la propria attività professionale fondando dapprima Morfema Architects poi, nel 2013 FORM_A, gruppo di ricerca multidisciplinare insieme a Sandra Maglio, Giovanni Munafò, Simone Natoli, Valentina Celeste. La dialettica tra componente teorica e modalità operativa determina l’attività progettuale dello studio, sia in termini di incarichi pubblici e privati, dove si ottengono importanti riconoscimenti, tra cui la selezione nell’ambito Premio "Rassegna Lombarda di Architettura under 40. Nuove Proposte di architettura”, la Menzione Speciale al Concorso internazionale “E12 – La città adattabile”, che in quello accademico, con una proficua attività universitaria mediante l’insegnamento, la ricerca scientifica, la partecipazione a conferenze, seminari, workshop, la curatela di pubblicazioni e mostre.